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FOTOGRAFARE LE STRISCE STELLARI

Ci sono momenti in cui mi sdraio sul tetto del mondo e resto a guardare il cielo, la notte, le stelle.

Le stelle sono luminose e si muovono e tutto ciò che è luminoso e si muove impressiona, è il caso di dirlo, il sensore o la pellicola della nostra fotocamera di fiducia.

Cosa serve per fotografare la volta celeste

Fotografare le strisce stellari (star trails) può sembrare un esercizio difficile, ma con un po’ di attenzione i risultati non tarderanno a venire. Ciò che serve è un buon treppiede, uno scatto remoto e batterie cariche e, perché no, un bel soggetto fermo in primo piano (e quando dico “fermo” intendo che deve starsene immobile per almeno un paio d’ore).

Tecnica analogica per fotografare il movimento delle stelle

Se stessimo lavorando a pellicola, tutto ciò che dobbiamo fare è comporre l’inquadratura, mettere a fuoco su una stella (o impostare la messa a fuoco su “infinito”), impostare un diaframma relativamente aperto (f/2.8 – f/5.6), premere il pulsante di scatto in modalità T (Time: l’otturatore resta aperto fin tanto che non lo ripremiamo un’altra volta) ed aspettare almeno un paio d’ore affinché la pellicola venga impressionata dal movimento della volta celeste. Ah, dimenticavo: avete caricato il rullino? 100 o 200 ASA sono sufficienti.

Tecnica digitale per ottenere delle star trails

La ripresa in digitale, strano ma vero, è più problematica… Innanzitutto i sensori si surriscaldano con le lunghe esposizioni (alcuni entrano in blocco), poi non abbiamo più la posa “T”, ma gli ingegneri ci hanno dotato della posa “B” (Bulb: l’otturatore resta aperto fin tanto che teniamo premuto il pulsante di scatto. Meglio premunirsi di uno scatto remoto e di una molletta con cui bloccare il pulsante fino al momento del rilascio). Ecco quindi un vademecum su come procedere in loco.

Dalla reflex alle stelle, step by step

1) Inquadriamo con la macchina fotografica (tutta in manuale: esposizione e messa a fuoco) sul treppiede. Dato che si lavora al buio, può tornare utile una piccola torcia con la quale farsi luce per settare i controlli.

2) Impostare la messa a fuoco sull’obiettivo (usare un grandangolo permette di riprendere più cielo e, quindi, più strisce stellari) fermandosi poco prima del segno di infinito.

3) Per evitare sorprese, è consigliabile impostare manualmente il bilanciamento del bianco, scegliendo Tungsteno. In tal modo si introduce una dominante azzurro/blu che si addice alla notte.

4) Per questioni di spazio e di velocità in Post-produzione, scattiamo in modalità *.JPG settato alla massima qualità.

5) Per stabilire l’esposizione, alziamo dapprima gli ISO ed utilizziamo il valore di diaframma più aperto che l’obiettivo ci consente. Così possiamo fare uno scatto di prova sfruttando un tempo breve, per valutare se apportare delle correzioni. Quindi, con il sistema delle coppie equivalenti, impostiamo 30 sec e tariamo gli ISO ed il diaframma in modo tale da ottenere un buon compromesso fra un valore basso di ISO (200) ed un diaframma relativamente aperto (f/5.6). Questo perché:
– ISO bassi comportano un minor rumore di fondo;
– Diaframma relativamente aperto: cattura più luce, quindi c’è una maggior probabilità di “catturare” più stelle;
– Tempo di 30 sec: è il limite consentito dalle fotocamere prima della Posa B. Utilizzando uno scatto remoto impostato in “Continuo” (e bloccando il pulsante con una molletta), si ottiene uno scatto ogni 30 sec. Con l’orologio al polso, attendiamo circa un’ora (totale 120 scatti).

6) Infine processiamo gli scatti con startrails.exe (software gratuito scaricabile da internet), che permette di costruire l’immagine finale, posizionando gli scatti su più livelli e riportando solo i pixels più luminosi di ciascun livello.

Ed ecco che il gioco è fatto!

Alcune curiosità

Noterete che ci sono tracce stellari di colore diverso, questo dipende dalla temperatura superficiale delle diverse stelle. Le stelle appartenenti all’emisfero boreale, sembrano ruotare attorno alla Stella Polare, che resta fissa ed indica il Nord (ndr.: in realtà le stelle sono ferme, ma il movimento della Terra attorno al proprio asse le fa sembrare in movimento). Se si posiziona l’inquadratura sulla Stella Polare, vedremo formarsi dei cerchi concentrici nella nostra immagine finale. Se non inquadriamo la Stella Polare, avremo delle tracce stellari che si muovono in due direzioni opposte: questo perché le stelle che appartengono all’emisfero australe (vediamo quelle più periferiche) ruotano in direzione opposta a quelle dell’emisfero boreale. Le linee dritte sono tracce stellari lasciate da stelle che si trovano all’equatore celeste.

Talvolta il cielo può assumere una colorazione rossastra, questo è dovuto all’inquinamento luminoso di fonti di illuminazione cittadina (es.: lampade a vapori di mercurio) che hanno una temperatura di colore diversa.

Infine, più tempo aspetterete e più le tracce stellari diverranno lunghe.

Come trovare la Stella Polare

Nel web ci sono numerosi siti su come orientarsi con le stelle. Fra i tanti può essere utile consultare il seguente video presente su Youtube:  L’osservazione del cielo: come individuare la Stella Polare

Oppure fare riferimento alla seguente pagina web:

http://it.wikibooks.org/wiki/Osservare_il_cielo/Imparare_gli_allineamenti

 

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